Wednesday 17 November 2010

Italian Review of Patient Zero


Special thanks goes to Max from The D Side for this great review.


S.:





- THE PSYCHOGEOGRAPHICAL COMMISSION - Patient Zero -
Retrée del britannico Guy Debord, introspettivo alchimista urban-folker nonchè sperimentatore di suoni associati alle più disparate indagini comportamentali. Il precedente album "Genius Loci" è stato ampiamente recensito dal sottoscritto, includendo nel servizio le coordinate biografiche e stilistiche di questo atipico progetto. In questa occasione la piattaforma osservatrice TPC sonda, in sintesi, gli aspetti e le reazioni pscichico-comportamentali di un ipotetico "paziente zero", individuo esaminato durante la sottoesposizione solare esercitata ad egli dopo il Solstizio d'Estate, esperimento a differenti stadi da cui scaturiscono sensazioni, reazioni ed attività cerebrale indiretta, elementi che vengono a loro volta codificati e tradotti musicalmente nell'album "Patient Zero" promosso dalla label Acrobiotic Records. Ed ecco quindi una track-list da interpretare come l'approfondimento di separate esperienze emotive, fotografate acusticamente in locations e circostanze di varia origine, tutte comunque riconducibili ad una inusuale mescolanza tra folk, esangue sperimentalismo post-punker, ambient e dark-electronic. Guy Debord ha realizzato il lavoro in un semestre avvalendosi della collaborazione di S (guitar/lyrics) e Hanako (electronics), concentrando il concept dell'album in undici tracce che si diramano inizialmente dall'ombrosa "Antenociticus Reawakens" e la sua lisergica, opprimente interfaccia tastieristica lacerata nel finale da un acuminato pad elettronico. Scritta e musicata dal solo-project electro-ambient Missing Transmission impersonato da RB, "Beneath The Bricks A Wave + Alphaville 1" dispiega tranquille atmosfere psycho-folk tessute da canto in sordina, basso e periodica elettrificazione chitarristica. "Can You Feel It?" articola un meditabondo spartito di guitar e descrittivo dialogo vocale, mentre la più introversa "Earth + Alphaville 2/Arthe-Rthea-Thear-Heart", ambientata a Soho Square e composta anch'essa dal guest Missing Transmission, disegna un anemico pentagramma di corde e testi in modalità commentata. L'elettronica darkeggiante, lenta e scandita, struttura la ritmica e i sinuosi movimenti di "Enochian On The Wall + Alphaville 3", così come il recupero di modulari melodie di chitarra e voce recitata originano "Time Sigil". Spettrali apporti di electronic-effects tracciano ora la rarefatta "Fertile Omnipotence Of The Underside" oltrepassata dalla successiva "Gutterbright To The Starres", sciamanica traccia concepita presso i Botanic Gardens di Glasgow, dalle pacate liriche proferite con animo pensoso. Altrettanto quieta ma ben più malinconica, "The Darkness In Light" espone un canto abbattuto, intorpidito dai leggeri pizzichi di guitar ed impalpabili accordi di key. Giungiamo alle fredde e mute procedure tastieristiche di "Twenty Seven Openings + Alphaville 4", ancora interpretata da RB a cui segue la traccia di coda, "Walking With Omega", disposta semplicemente su pochi, nostalgici accordi di guitar e basso seguiti dal consueto spartito vocale sempre inclinato su tonalità depresse. Album scuro, monocromatico, intellettuale, gestito con lucidità professionale estremamente acuta. Le musiche, interamente crepuscolari, esigono una serie di ascolti mirati per poter liberare tutto il significato intrinseco che le caratterizza, ma ciò, si sa, fa parte dello stile comunicativo di Mr. Debord il quale con "Patient Zero" compie un ulteriore passo avanti nell'esplorazione del comportamento umano che in questo episodio risulta assai incupito, quasi atterrito dal ridotto range luminoso. Per uditi esperti e disincantati.
-|-|-» Catartica, logica, essenziale. Release comparabile ad un impegnativo trattato di psicologia, la cui centralità si insinua nei recessi della mente osservandone gli aspetti e tramutando le conclusioni in note. Se avete ascoltato il precedente semi-identico capitolo, sapete cosa avrete nel lettore.